L’editrice Goriziana ha pubblicato, per la collana “le guerre”, un’opera di estremo interesse ed attualità. Ciò in parte potrebbe stupire, se è vero che “Guerra senza limiti” è un libro concepito nel 1996 e pubblicato nella versione originale in lingua cinese già nel 1999.
Eppure i suoi contenuti, come si vedrà, sono capaci di fornire spunti di analisi e discussione per nulla datati.
Diversi commentatori hanno sottolineato come nel testo, scritto dai due colonnelli superiori dell’Aeronautica cinese, Qiao Liang e Wang Xiangsui, ci fossero anticipazioni che avrebbero potuto mettere in guardia contro il fenomeno del nuovo terrorismo.
Proprio per tali anticipazioni il libro ed i suoi autori sono stati visti dalla società americana, dove ha comunque riscosso un enorme interesse specie nei circoli militari, come reazionari, antioccidentali e persino filoterroristi.
Infatti, descrivendo il metodo della guerra asimmetrica, affermano i due Autori che è ormai inutile continuare a spendere miliardi di dollari per armamenti e scudi spaziali di difesa quando ormai il pericolo di un attacco non è più legato ad un’azione militare tradizionale ma può avvenire anche da parte di singoli gruppi con investimenti di poche migliaia di dollari. Ed in questa chiave gli attentati a New York di Bin Laden sono stati visti come la conferma che i colonnelli avevano ragione.
Comunque la si pensi in proposito, si tratta di una lettura sicuramente da non perdere per chi vuol riflettere su come la guerra sia cambiata e quali caratteristiche siano presenti nel conflitto di oggi.
L’edizione italiana, come ci spiega nella brillante ed esauriente prefazione il Generale Fabio Mini, si basa, forzatamente, sulla traduzione effettuata dal Foreign Broadcast Information Service (FBSI), il servizio della CIA che raccoglie, traduce e divulga rapporti e materiale informativo in tutto il mondo.
Forzatamente, perché come afferma il Generale Mini “esso è l’unico disponibile in lingua occidentale e poi perché i meriti o i danni della propaganda o della controinformazione che possono aver alterato la versione originale sono poi quelli che ci riguardano da vicino”.
Gli Autori hanno adottato come base di partenza per le loro analisi quella guerra che considerano la madre del cambiamento del concetto stesso di guerra: il conflitto del Golfo del 1991.
Analizzano quindi gli enormi sviluppi tecnologici della information warfare. Ma non solo. La loro attenzione spazia anche sul processo di globalizzazione del commercio mondiale e sugli aspetti legati al mondo finanziario, in special modo la crisi finanziaria asiatica del 1996 che viene definita dagli autori un vero e proprio atto terroristico.
È dalla Guerra del Golfo del 1991, come si diceva, che a giudizio dei due militari cinesi, “è la guerra stessa ad essere cambiata. ... Ci riferiamo non ai cambiamenti negli strumenti, nella tecnologia, nelle modalità o nelle forme della guerra. Ciò che intendiamo è la funzione della guerra.”.
Analizzano inoltre le varie accezioni riferibili al termine guerra: nuova guerra, guerra totale, guerra limitata e guerra senza limiti.
È proprio questa forse la vera importanza che il libro riveste. Nonostante gli onori della cronaca per le previsioni che a distanza di due/tre anni si sono rivelate esatte, il pregio maggiore è la presa d’atto di ciò che è già successo, l’elaborazione in forma analitica e la proposizione di scenari.
Se poi appare addirittura preveggente, afferma il Generale Mini “è soltanto perché in Occidente si è stati abbastanza ciechi e sordi da non vedere e sentire i segnali che il mondo orientale ci mandava”.
Ma cosa hanno saputo scrivere di talmente importante e preveggente i due colonnelli cinesi nel lontano 1999, cerchiamo di estrapolarlo dal loro testo.
Punto di partenza è l’intenzione di far capire ai governanti e ai generali cinesi che la guerra è cambiata. Per questo essi affermano “la guerra non è nemmeno più guerra”, quanto piuttosto uno scontrarsi in “campi” diversissimi: nel mondo della comunicazione attraverso l’uso di Internet, o fronteggiandosi culturalmente attraverso i nuovi mass media, attaccare e difendersi in transazioni di cambio a termine. I due Autori proseguono descrivendo tutta una serie di realtà che fino ad oggi non sono mai state considerate come “guerra”.
Le loro deduzioni li portano ad affermare che tutto è già cambiato, quindi bisogna continuare a verificare un nuovo tipo di metodo di combattimento in un contesto variamente incerto.
Evidentemente è loro cura offrire delle risposte a tutto questo.
Essi affermano che non si dovrà trattare di quel genere di ricetta che cura solo i sintomi e non la malattia, “quanto piuttosto di un modo ibrido di imparare quanto più possibile dai successi altrui e di guadagnare vantaggio per poter ottenere una moltiplicazione dei risultati”.
Infine sistematizzano e danno un nome alla loro teoria “questo è il sistema della combinazione”.
Rivolgendosi al mondo istituzionale, scrivono “ignorano che non è la loro capacità di capire o meno le combinazioni a rappresentare la soluzione del problema. Ciò che veramente conta è capire quali elementi associare al fine di migliorare le combinazioni, e come combinarli”.
I nuovi strateghi dovranno tener conto di ciò “se si è pensato o meno a combinare terreno e non/terreno, guerra e non/guerra, forze armate e non”, il che significa, più specificatamente, combinare l’aviazione formata da velivoli che non possono essere intercettati e missili cruise con i killer della rete, la deterrenza nucleare con le guerre finanziarie e gli attacchi terroristici.
Ecco quindi che trovandosi ad affrontare questo concetto di guerra completamente nuovo, l’idea di guerra alla quale la gente si è abituata sarà stravolta. E anche alcuni dei modelli di guerra tradizionali, come la logica e le leggi ad essa relative, saranno messe in discussione.
Ma tutto ciò è stato scritto non solo per i generali cinesi.
Il messaggio contenuto nel libro vuol esse uno stimolo di riflessione anche per gli americani. Proprio rivolgendo la loro attenzione a questo popolo i due colonnelli affermano: “esso non è adeguatamente preparato ad affrontare questo genere di nemici dal punto di vista psicologico, in termini di provvedimenti, in particolare per quel che riguarda il pensiero militare e i metodi operativi che ne derivano. Ciò in quanto gli americani non hanno mai considerato mezzi contrari alla tradizione e di adottare sistemi operativi diversi dai mezzi militari.
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